(PRIMAPRESS) – ROMA – La leadership di Luigi Di Maio potrebbe essere al capolinea. Lo stesso capo politico del Movimento Cinque Stelle potrebbe oggi 22 gennaio, rassegnare le dimissioni. Più che altro si tratta di un passo di lato che porterebbe ad una gestione più collegiale del movimento. I nuovi “facilitatori” individuati tra le fila dei grillini, consentirebbero di portare il movimento agli stati generali, convocati per metà marzo, con un leader dimissionario. Nel Comitato dei Garanti siedono il viceministro Giancarlo Cancelleri, la consigliera regionale Roberta Lombardi e il sottosegretario Vito Crimi che, come componente anziano del Comitato, è il favorito ad ereditare, almeno fino agli stati generali, il ruolo di capo politico. Per quello di capo delegazione al governo si parla del ministro della giustizia Alfonso Bonafede o di quello dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
Le eventuali dimissioni di Di Maio, se confermate, arriverebbero a cinque giorni dalle Regionali in Calabria e Emilia Romagna, una sconfessione del proprio operato, ragionano i critici di questa gestione del movimento. Dopo due anni e tre mesi di guida del M5S, il bilancio di Di Maio è in profondo rosso. I consensi si sono più che dimezzati, come evidenziano gli ultimi sondaggi rispetto alle elezioni nazionali del marzo 2018. Dalle elezioni la linea politica del movimento è molto cambiata. Dalla maggiore vicinanza alla destra del governo Conte 1 si è passati ad un’alleanza, da Di Maio mai gradita, con il PD e ora i gruppi parlamentari che lo contestano chiedono addirittura l’adesione all’area riformista. Le defezioni aumentano, verso destra e verso sinistra. Ieri hanno lasciato il Gruppo alla Camera Nadia Aprile e Michele Nitti, annunciando il passaggio al Misto. I due potrebbero trovare rifugio nella futura formazione dell’ex ministro Lorenzo Fioramonti, ma non sono in pochi a temere nuove espulsioni dei probiviri nelle prossime ore.
La decisione di Di Maio sarebbe arrivata dopo le numerose polemiche di centralismo delle scelte del movimento e quindi dell’esodo di parlamentari verso gruppo misto o altri partiti. – (PRIMAPRESS)
Fonte: PrimaPress.it