(PRIMAPRESS) – PARIGI – Per la Francia si annuncia, dopo la mobilitazione di 806mila manifestanti, di cui 65 mila solo a Parigi, una nuova ondata di scioperi, proteste e manifestazioni anche oltre il fine settimana. I diversi responsabili sindacali in lotta contro la riforma delle pensioni promessa dal presidente Macron, la hanno annunciato “nuovi momenti forti” e un nuovo corteo interprofessionale dei lavoratori martedì prossimo a Parigi, tra l’Esplanade des Invalides e place Denfert-Rochereau. Intanto il personale dei trasporti incrocia le braccia fino a lunedì prossimo.
L’Alto commissario per le pensioni, Jean-Paul Delevoye – che ha ricevuto dal presidente Emmanuel Macron l’incarico di affiancare il governo nella stesura della cruciale riforma – presenterà le sue conclusioni, sulla base delle consultazioni con i partner sociali. Il secondo appuntamento vedrà in prima linea Edouard Philippe che illustrerà “l’architettura generale” della riforma, per “uscire dalla zona d’ombra” denunciata da sindacati e opposizione. Finora non c’è alcun progetto ben definito sul tavolo, ma solo una linea di orientamento generale che prevede l’abolizione dei 42 regimi pensionistici specifici e il passaggio a un nuovo sistema universale a punti, con l’obiettivo dichiarato di far risparmiare risorse allo Stato assistenzialista francese. All’indomani della contestazione, sottolinea Le Monde, “il governo cerca di relativizzare la forte affluenza e sta pensando ai possibili aggiustamenti”. Di fronte alla paralisi di trasporti, in parte di scuole, polizia, giustizia e nei prossimi giorni anche della sanità, i ministri “hanno ricevuto la consegna di non mostrare alcun segno di febbrilità, tenuto conto che si erano preparati da tempo a tale scenario”, analizza il quotidiano. In una Parigi totalmente bloccata, ogni membro del governo, nel proprio ambito di competenza, va sul terreno: ieri all’alba il segretario di Stato ai Trasporti, Jean-Baptiste Djebbari, è sceso nei sotterranei della metro per incontrare agenti della società Ratp e utenti bloccati. Volutamente rassicuranti i commenti del premier Philippe che ha definito scioperi e manifestazioni “globalmente in conformità con quanto previsto, con una forte adesione nei trasporti pubblici”, complimentandosi con i sindacati per “un corretto svolgimento, con poche violenze”. Il leitmotiv governativo del giovedì nero è stato “c’è tanta gente ma i tassi di adesione allo sciopero sono molto al di sotto dei precedenti movimenti di protesta contro la riforma delle pensioni del 2010 e 2003”. Una piccola battaglia si sta giocando, come sempre, sui numeri. Con uno dei principali sindacati, la Cgt, che ha registrato 1,5 milioni di partecipanti, 250 mila nella capitale, un’adesione di gran lunga superiore alle proteste del 2010, con 400 mila manifestanti su scala nazionale. Nella scuola si è trattato dello sciopero più importante dal 2003, con un tasso di adesione del 51% secondo il governo, del 65% per i sindacati, che ora invitano le scuole ad aderire ad iniziative locali di chiusura degli istituti.
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