(I-TALICOM) ROMA, 27 MAGGIO 2025 – La Direzione Investigativa Antimafia ha presentato oggi la sua Relazione annuale 2024, un documento che getta luce su una criminalità sempre più sofisticata, silente e integrata nel tessuto economico. In particolare, viene segnalata una crescente infiltrazione della ‘ndrangheta nei bandi pubblici, nei servizi sanitari e nella gestione dei rifiuti, con ramificazioni ben oltre la Calabria.
Nel corso dell’anno sono stati emessi 208 provvedimenti interdittivi antimafia, 138 dei quali fuori regione, segno di un’espansione costante in territori dominati da altre mafie, come Sicilia, Puglia, Campania e Lazio. Le attività operative si traducono in 53 indagini concluse, 309 misure restrittive, beni sequestrati per oltre 93 milioni e confische per quasi 160 milioni di euro.
Particolare attenzione è stata data all’intesa operativa tra Cosa Nostra e ‘ndrangheta, e alla collaborazione tra ‘ndrine piemontesi e gruppi sinti, attivi nel traffico d’armi. Secondo la DIA, le mafie agiscono in sinergia, adattandosi alle opportunità territoriali.
Ma a preoccupare è anche la zona grigia dell’economia legale: imprenditori che, invece di denunciare, diventano complici, mascherando le estorsioni con fatture fittizie e ottenendo vantaggi competitivi. “Un meccanismo perverso – si legge – che annulla la distinzione tra vittima e connivente”.
La relazione ribadisce che la ‘ndrangheta mantiene il suo baricentro strategico nella provincia di Reggio Calabria, da cui si diramano direttive operative a livello internazionale. Un potere sommerso che si muove a cavallo tra economia, politica e istituzioni. (I-TALICOM)