(PRIMAPRESS) – LONDRA – Valanga, tsunami, terremoto, sono questi i titoli con cui hanno aperto questa mattina i media inglesi dopo la schiacciante vittoria annunciata già ieri sera dagli exit poll delle elezioni in Inghilterra. Solo oggi si avrà la conferma dei dati ma il netto divario con il contendente dei Labour, Jeremy Corbyn non lascia margini a grandi cambiamenti. I Tory, aggiudicandosi la maggioranza assoluta con oltre 360 seggi (secondo le ultime proiezioni), hanno riportato una vittoria schiacciante e regalato al premier conservatore “un mandato forte per andare fino in fondo con la Brexit”. La vittoria di Johnson è stata gradita al presidente Usa Donald Trump che lo ha twittato sul suo social.La sconfitta dei labour è stata a dir poco umiliante e questo significherà che all’interno del partito si faranno presto i conti ma già il leader ha anticipato che alle prossime elezioni non sarà alla guida del partito. La campagna di Corbyn è risultata quella di una sinistra ancorata a idee del passato senza nessun accenno di modernità. E, dunque, anche chi non amava l’irruente Johnson si è tappato il naso ed lo ha votato. Tant’è che che delle roccaforti che erano da tempo immemorabile della sinistra sono cadute.In tutta questa analisi si inserisce il successo del Partito nazionale scozzese (Nsp), guidato dalla premier Nicola Sturgeon, che punta a 55 seggi. E’ proprio questo maggiore consolidamento nel parlamento inglese a far pensare che una delle prime mosse del partito sarà quello di chiedere un secondo referendum per la separazione dalla Gran Bretagna. Una indipendenza sempre voluta dagli scozzesi che sono sempre stati favorevoli al remain in Ue. I LibDem vanno peggio del previsto (le proiezioni li danno a 13 seggi al massimo) e la loro leader a Westminster, Jo Swinson, non viene rieletta. Così com’è stato bocciato anche il leader dei Dup, gli unionisti nordirlandesi, nel collegio di Belfast. – (PRIMAPRESS)