(PRIMAPRESS) – ROMA – E’ giunta all’epilogo la vicenda dell’alloggio dell’ex ministra della Difesa, Elisabetta Trenta con il rilascio dell’immobile dopo giornate di contrasti con il leader del M5S, Luigi Di Maio. “Mio marito, che è il titolare dell’alloggio, pur essendo tutto regolare e non essendoci nulla che ci debba far sentire in imbarazzo, per salvaguardare la serenità della famiglia, sta presentando istanza di rinuncia per l’alloggio, l’ha già fatto. Spero che questo atto di amore serva a tacitare la schifezza mediatica che è caduta su di me”. Così si è espresso in una intervista l’ex ministra. ”Non sono stata trattata bene ma nei valori del M5S ci credo, non ho nessuna intenzione di lasciare il Movimento. Mi è dispiaciuto che prima di parlare e giudicare nessuno mi ha chiamata per chiedermi come stanno le cose. La mia faccia è pulita, non smetterò di fare politica e di essere del Movimento. Ma forse una pausa di riflessione me la prendo, non ho deciso nulla”. “Credo che Di Maio, con cui ho parlato, abbia capito le mie ragioni – ha affermato tra l’altro – Io sono un militare e so che prima di comandare le persone ci si parla, so che un comandante difende i propri uomini”.Ma perché la Trenta si definisce militare? Il 30 luglio 2008 le è stata conferita la nomina a capitano della riserva selezionata dell’Esercito Italiano e con tale grado, nel 2009 è stata richiamata in servizio come consigliere nazionale (country advisor) nell’ambito del comando italiano aggregato alla missione della forza militare di interposizione delle Nazioni Unite in Libano, UNIFIL, paese dove è rimasta a lavorare, dal 2010 al 2011, con la SudgestAid, la società con cui veniva fornito personale mercenario addestrato. – (PRIMAPRESS)