NAPOLI – Anche il settore Universitario è stato duramente colpito dall’emergenza sanitaria mondiale, portando alla chiusura di tutte le sedi e ad un radicale cambiamento nello svolgimento delle attività didattiche ed amministrative. Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, emanato il 26 aprile, si è dato il via alla fase 2, che prevede delle linee guida per regolare la riapertura, in parte, delle università. Nello specifico, il Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, ha previsto una prima fase (fase 2, ndr) che va da maggio fino ad agosto ed una successiva (fase 3, ndr) che va da settembre fino a gennaio 2021. In particolare, in un primo momento, è prevista l’apertura delle sedi e la ripresa di alcune attività come gli esami e le lauree, purchè ci sia un organizzazione che possa garantire il rispetto delle norme di sicurezza; nel caso in cui gli atenei non riusciranno a fornire queste condizioni, dovranno essere ancora organizzate commissioni virtuali e lezioni online; saranno, inoltre, minimizzate le attività collettive, consentendo solo quelle strettamente necessaria sempre nel rispetto delle norme anti contagio. I servizi amministrativi, invece, dovranno essere limitati per quanto riguarda la presenza fisica negli uffici: per questa ragione i sistemi digitali dovranno garantire le attività fondamentali, iniziando un processo di dematerializzazione della burocrazia amministrativa.
Successivamente, nella fase 3, le attività pratiche nel campo della ricerca e della formazione superiore come tirocini, attività di ricerca e di laboratorio, potranno riprendere in sede, a patto che venga assicurato il distanziamento sociale, in caso contrario verranno rinviati; infine, per le lezioni e gli esami si procederà ad un programma di didattica mista, in cui avverranno lezioni sia in aula che online. Ovviamente entrambe queste fasi devono essere improntate alla sicurezza e alla flessibilità a seconda dell’evolversi dell’emergenza sanitaria.
È inoltre lasciata la possibilità, ai singoli atenei, di poter emanare propri regolamenti, sempre nel rispetto del contenuto del decreto e delle norme per la sicurezza, in modo da poter garantire, ai propri studenti, il proseguire delle attività didattiche nel modo più sicuro possibile.
In realtà, sin da subito, nei due mesi di isolamento, le università hanno fornito la continuità delle lezioni a distanza, la possibilità di poter svolgere gli esami e potersi laureare attraverso l’utilizzo di piattaforme online. Questo sistema e supporto tecnologico ha fatto sì che non ci sia stato un blocco totale delle attività didattiche. Secondo alcune testimonianze di studenti, l’esperienza di svolgere lezioni ed esami da remoto, è stata positiva in quanto, essendoci la possibilità di poter riascoltare una lezione, è un grande supporto ai fini della preparazione degli esami.
Nell’immediato futuro, ovvero dal mese di settembre in cui ci saranno nuove iscrizioni, gli atenei dovranno fornire una programmazione didattica che potrà essere seguita a distanza tramite piattaforme online, in modo da evitare il più possibile la mobilità degli studenti, soprattutto per i fuori sede. Per quanto riguarda i test di ingresso, invece, il Ministro Manfredi ha affermato che quelli locali, potranno essere svolti online essendoci tecnologie in grado di fornire l’attendibilità del test; per quelli nazionali invece, come medicina, si sta provvedendo ad un’organizzazione logistica tale da poterli effettuare in presenza.
Infine, secondo i rettori di alcuni atenei, questo cambiamento e adattamento delle tecnologie al mondo universitario potrà esserci anche quando usciremo dal periodo di crisi dovuto alla diffusione del virus Covid-19, diventando un normale strumento didattico e di supporto per i servizi amministrativi.
Alessandra Cristofaro